Consulente di comunicazione e professional organizer: perché?
Come saprai negli ultimi anni ho affiancato -ed in un certo senso proprio intrecciato- il mio percorso nel campo della comunicazione con quello del professional organizing.
La formazione e l’iter lavorativo dei primi dieci/quindici anni sono stati incentrati infatti sulla comunicazione affiancando aziende e no profit nella cura di tutti gli aspetti legati al loro modo di comunicare e farsi conoscere, compresa quindi l’organizzazione di eventi istituzionali.
Sono poi felicemente approdata al mondo del professional organizing constatando da subito che tra queste due “discipline” c’erano davvero tanti punti di contatto.
Vediamoli insieme.
LESS IS MORE
Per entrambe vale la celebre affermazione dell’architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe: “Less is more” e che si ispira ad un principio: il “di più”, quindi il valore aggiunto, si ottiene costruendo un edificio sul concetto dell’essenzialità (il meno).
Questo si può ovviamente applicare a tanti altri settori, compresi il lavoro e la vita quotidiana ed è molto facile riscontrare ciò nella missione del professional organizer che aiuta le persone ad eliminare il superfluo ed a concentrarsi solo su quello che conta da un punto di vista funzionale o emotivo.
È esattamente così anche nel campo della comunicazione: se vuoi comunicare attraverso un testo od una rappresentazione grafica, sarà fondamentale non appesantire il messaggio con troppi elementi o ridondanze, ma arrivare al “nocciolo della questione”.
“Un designer sa che ha raggiunto la perfezione non quando non c’è più niente da aggiungere, ma quando non c’è più niente da togliere” scriveva non a caso Antoine de SaintExupéry.
L’ASCOLTO
E da questo vorrei parlare del secondo punto di contatto: il sapere ascoltare ed ascoltarsi.
Che si tratti di un lavoro da fare per un cliente o per sé stessi, per capire cosa davvero è essenziale, nella comunicazione come nell’organizzazione, è fondamentale la fase dell’ascolto.
Mi ricollego a quanto scrissi nel blog in merito all’unicità e sottolineo quanto sia stato importante per molti brand di successo puntare proprio sulle proprie peculiarità rispetto alla concorrenza.
Per capire quindi su cosa concentrarsi per una comunicazione di successo (e, di conseguenza, anche per il marketing) o per organizzare al meglio una situazione che ci procurava malessere è fondamentale ascoltarsi e dare molta importanza alla fase della consapevolezza.
STORY TELLING
Dall’ultimo decennio abbiamo imparato quanto nella comunicazione sia impattante narrare le storie: che si tratti di piccole o grandi realtà, personaggi famosi o persone comuni, la potenza e la suggestione derivanti dal percorso che hanno fatto i loro protagonisti fanno veramente la differenza quando si comunica.
Credo sia così anche nel campo dell’organizzazione: sia per chi vive il cambiamento in prima persona, sia per un ipotetico “spettatore” di questo cambiamento, magari un familiare o un collega.
Lo story telling è una diretta conseguenza della fase dell’ascolto ed infatti capita non di rado che alla fine di una consulenza o di una ri- organizzazione di uno spazio il cliente impari a conoscersi ed a “visualizzare” la propria storia in base alle scelte che è arrivato a compiere durante il percorso.
Una buona organizzazione nasce infatti alla fine del viaggio fatto attraverso la conoscenza di ciò che per noi funziona meglio, che ci viene più naturale, che ci aiuta e che ci semplifica la vita.
GUSTO ESTETICO
Non ne ho parlato tra i primi punti, ma direi non sia da trascurare anche l’aspetto estetico di un buon prodotto di comunicazione o di una consulenza di un professional organizer (ovviamente di spazi fisici): per la prima, comprendendo anche le arti grafiche tra gli strumenti per comunicare è ovviamente più facile il riferimento, per la seconda lo spiego parlando dell’importanza di vivere o lavorare in un contesto piacevole.
È ormai provato quanto l’ambiente influisca positivamente (ed anche il contrario) sul benessere e sulla produttività, in ambito lavorativo o nel contesto abitativo.
L’estetica non deve certo influenzare il cambiamento (infatti non si parla mai di ordine estetico), ma è una diretta conseguenza di un ambiente ben organizzato.
CONSULENZE SARTORIALI
Dal punto di vista del professionista, sia per la comunicazione che per l’organizzazione, un buon lavoro fatto per un qualsiasi cliente non può che essere personalizzato in base alla realtà in questione, alle esigenze, ai limiti ed agli obiettivi.
Per questo motivo, a parte il saper trasmettere i principi alla base di ciascuna disciplina, le consulenze devono necessariamente essere “sartoriali” ovvero cucine addosso a chi si rivolge ad un professionista serio ed aggiornato.
COMUNICARE ORGANIZZAZIONE
Concludo le mie riflessioni con una sorta di gioco di parole legato a ciò che faccio ed ai valori nei quali credo: penso sia importante per ciascun professionista di entrambe le discipline (figuriamoci se lo è di ognuna) “comunicare organizzazione” ovvero far capire alla persona che ci sta davanti che si è organizzati e che si ha un approccio organizzato al lavoro.
Personalmente lo ritengo il miglior biglietto da visita per trasmettere affidabilità, serietà e preparazione.
Spero di averti spiegato le origini del mio percorso professionale, gli sviluppi e l’approccio che ho nei confronti del mio lavoro!