C’è chi dice no


Mi approprio indebitamente del titolo della celebre canzone di Vasco Rossi per confermare che in effetti al mondo c’è chi dice Notenendo ovviamente da parte il significato di ribellione dellacanzone, vorrei “celebrare” di chi ha imparato a dire no, ovvero chi ha profondamente capito il valore del rispettare il proprio tempo organizzandosi al meglio e difendendosi dagli “attacchi altrui”.  

Chi si trova a dover gestire troppi impegni (misura del tutto soggettiva) probabilmente non è stato in grado di valutare quante attività sarebbe riuscito a gestire ed incastrare nell’arco di un determinato periodo e quasi sicuramente avrà detto troppi “si” per non scontentare nessuno.

Consiglio una lettura, che per me è stata piacevole ed illuminante: “Il magico potere di sbattersene il cXXXX” di Sara Knight che spiega come liberarsi dagli obblighi indesiderati e dal senso di colpa che si prova quando si dice di no a qualcuno.

L’autrice, con il suo semplice ed efficace metodo “Not Sorry” , trasmette le capacità di investire il tempo, l’energia e finanze nelle cose che contano davvero.

Come capirete dal titolo- ma anche dall’approccio mentale- la Knight prende spunto (ed a volte un po’ si beffa) dalla celebre Marie Kondo spostando le riflessioni dal mondo degli oggetti a quello degli impegni.

Ma la regola d’oro è sempre la stessa: less is more- meno è meglio.

Scrive l’autrice: “Il magico potere di sbattersene il cazzo è dedicato a tutti noi, che lavoriamo troppo, giochiamo troppo poco e non abbiamo mai abbastanza tempo da dedicare alle persone e alle cose che ci rendono davvero felici. Il mio metodo è piuttosto semplice, e questo libro vi offre gli strumenti adatti e la giusta prospettiva per utilizzarlo alla perfezione e per migliorare drasticamente la vostra esistenza quotidiana”.

Condivisibile no?

Facile sicuramente no!

Questo anche per la cultura nella quale siamo cresciuti dove dire di no è percepito in modo negativo ed è facile essere additati come menefreghisti, pigri, maleducati, poco collaborativi.

Fin da piccoli ci viene insegnato ad essere sempre disponibili nei confronti degli altri; fin qui tutto bene, tranne nei casi in cui questo comportamento finisce per nuocerci.

Ed allora tra i tanti insegnamenti da passare ai propri figli ci dovrebbe essere anche l’amore ed il rispetto per sé stessi.

Teofrasto diceva “il tempo è la cosa più preziosa che un uomo possa spendere”, se così è sprecarlo è il crimine più atroce che si possa commettere nei confronti di noi stessi.

Non ce lo insegnano ancora a scuola purtroppo, ma come per tutte le tematiche del professional organizing, siamo sempre in tempo per imparare e cercare di modificare il nostro approccio per migliorarci.

Questa mentalità ovviamente è applicabile in tutti i campi della nostra vita, dal privato al lavorativo.

Si sa bene che a lavoro, sia per i liberi professionisti (che non sono liberi per niente!) che per i dipendenti non è sempre facile dire di no.

Ci sono delle cose che non possiamo rifiutare di fare e portare avanti; c’è però modo e modo di accettare e di far percepire la nostra risposta.

Vediamo quali sono le regole d’oro per imparare a dire NO!

Per me ce ne sono sostanzialmente due:

1.Quando ricevi una richiesta, prenditi del tempo prima di rispondere.

Conta fino a 10, ma a volte ancora di più, prima di dare una risposta o prendere un impegno.

In qualsiasi situazione abbiamo bisogno di riflettere bene sugli impegni precedentemente presi e su come riusciremmo a gestire il nuovo stimolo in relazione agli altri.

È un elemento che possiamo valutare solo noi.

Senza sembrare “atteggiati” o arroganti, si può chiedere del tempo- anche breve- per dare una risposta definitiva.

Sicuramente sarà più apprezzato rispetto a dire subito “si” e poi non riuscire a mantenere l’impegno.

2. Nel caso di rifiuto è importante dare una spiegazione minima senza entrare nei dettagli per non permettere all’altra persona di provare a convincerti che l’ostacolo alla richiesta è sormontabile: se tu hai valutato tu che non lo è, il suo punto di vista difficilmente cambierebbe qualcosa.

Questa riflessione riguarda il rispetto del proprio tempo e della gestione delle risorse, ovviamente non l’apertura verso gli altri e verso le nuove esperienze.

Quelle devono essere lo stimolo che ogni giorno ci porta ad allargare la nostra comfort zone ed a crescere un po’ di più.

Buon mese di luglio a tutti.


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