Il tempo giusto


Questo mese parleremo di una tematica affrontata da molti e basilare nell’approccio di ogni professional organizer: parleremo infatti di tempo, ma soprattutto del concetto di “tempo giusto” per fare le cose.

Le teorie e gli studi sulla gestione del tempo sono state sperimentate in Italia in particolare negli anni ‘90’ e primi 2000, soprattutto a livello aziendale.

Ricordo infatti uno stimolante corso di formazione al quale partecipai a Milano grazie all’azienda per la quale lavoravo.

È stato probabilmente quella la prima scintilla che ho provato nei confronti delle tematiche che sono diventate “pane quotidiano” per il mio lavoro.

L’approccio di allora era assolutamente più aziendalista, perché calava dall’alto procedure e strumenti che dovevano essere validi per tutti i lavoratori; adesso le tecniche sono molto più valide ed attuali perché si propongono di migliorare le soft skills personali che ogni individuo-lavoratore dovrebbe avere ed andare a personalizzare in base alle proprie caratteristiche.

Nella nostra lingua esiste solo un termine per indicare il concetto di “tempo”.

Gli antichi greci facevano invece una importante distinzione, anche lessicale, tra i termini:

  • Krònos: il tempo dell’orologio
  • Kairòs : il tempo giusto per fare le cose

Che bella lezione… probabilmente tra gli antichi greci si nascondevano dei precursori professional organizers!

Battute a parte, è proprio imparando a capire quale sia per ciascuno di noi il tempo giusto o quantomeno migliore per approcciare una determinata attività che possiamo fare davvero la differenza se vogliamo essere efficaci e non sprecare a vuoto preziose energie.

Impariamo a monitorarci e quindi ad osservarci analiticamente tramite un qualsiasi supporto, che sia un diario, un file Excel o un’applicazione sul cellulare.

Come gestiamo il nostro tempo e soprattutto come ci sentiamo a livello di energie ed attenzione quando facciamo una determinata attività in un particolare orario?

Dobbiamo a questo punto introdurre il concetto di “cronotipo” ossia la caratteristica di ogni essere umano di essere maggiormente attivo in un particolare orario della giornata e quindi, viceversa, poco attivo e propenso ad agire.

In genere si definiscono “allodole” le persone più produttive nella prima parte del giorno e “gufi” quelle che lo sono durante la sera e preferiscono andare a letto tardi.

Un termine e concetto simile è rappresentato dal “ritmo circadiano”, studiato dalla cronopsicologia e cronobiologia: viene dal latino “circa diem” e significa “intorno al giorno”, quindi indica come ci rapportiamo in relazione alle ore 24 ore del giorno per le nostre energie, emozioni, reazioni.

L’autore Daniel Pink, esperto di produttività, lavoro, creatività e teorie del comportamento ha teorizzato nel suo “When” come si possano migliorare le nostre performance, la nostra salute e la soddisfazione persone applicando i risultati di utili studi scientifici sul tempo.

Sicuramente ognuno di noi, anche se ancora non ha lavorato ad una consapevolezza su queste tematiche in ambito lavoro, avrà fatto esperienza ai tempi di scuola ed università del suo cronotipo.

C’era infatti chi per studiare per un esame metteva la sveglia presto e chi invece rendeva molto di più la sera dopo cena fino a tardi.

Per questo stesso motivo molti studenti pigri al liceo sono rifioriti all’università quando- a parte le lezioni da seguire- hanno sperimentato un po’ più di autogestione nello studio e quindi la possibilità di assecondare il proprio cronotipo con risultati efficaci rispetto agli obiettivi di studio.

Nella ricerca del momento perfetto per ogni attività e nella lucida valutazione di quando è meglio approcciare una task lavorativa o personale, teniamo conto anche del momento particolare che possiamo vivere o degli agenti esterni, imparando anche ad essere a volte un po’ più clementi con noi stessi.

Ricorda, organizzazione è anche flessibilità!

Il tempo giusto ad esempio per scrivere ed arrivare a concludere questo articolo per me è stato un venerdì pomeriggio, nel quale- chiusi i cerchi mentali della settimana lavorativa appena giunta al termine, finite le attività alle quali dovevo necessariamente dedicarmi- in un raro momento di silenzio tra le quattro mura domestiche sono riuscita a proteggere uno slancio di creatività di scrittura e di concentrazione.

E tu, prendendo spunto dall’articolo appena letto, a quale attività dedicherai il tempo giusto adesso?


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