Un approccio più sano al lavoro


In Italia quasi la metà della forza lavoro non vive una condizione di benessere svolgendo la propria professione.

Tu in quale delle due metà ti collocheresti?

Purtroppo, non basta avere una vita privata appagante se a lavoro non riusciamo ad operare con serenità; queste due sfere sono strettamente correlate ed è importante imparare a bilanciarle in modo equilibrato.

È fondamentale considerare il lavoratore innanzitutto come persona, perché il benessere dell’individuo pone basi solide per il consolidarsi di quello del lavoratore.

Anche sul lavoro possiamo applicare la teoria della “piramide” di Maslow: lo psicologo statunitense sosteneva infatti che il comportamento umano si basa sulla soddisfazione di determinati bisogni.

Tutti noi dobbiamo quindi, per vivere bene, soddisfare bisogni fisici, emotivi, sociali, di stima, di crescita e di autorealizzazione.

Questi devono essere soddisfatti in base ad una scala di importanza da immaginare idealmente a forma di “piramide” dove alla base troviamo i bisogni fisiologici, di sicurezza e di salute.

Solo se questi primi sono soddisfatti possiamo aspirare ad obiettivi più ambiziosi anche nel campo del lavoro.

Le moderne teorie sulla produttività e l’organizzazione del flusso di lavoro – al centro quindi del mio lavoro di professional organizer– prendono in considerazione per fortuna tanti aspetti che prima non sembravano essere correlati con la sfera professionale.

Per valutare l’operato dei dipendenti è sempre stato più semplice per le aziende misurare il numero di ore in cui stavano in ufficio piuttosto che considerare la qualità delle ore lavorate ed i risultati ottenuti.

Qualcosa sta cambiando: guardare alla qualità del lavoro non significa considerare le ore passate dietro la scrivania, ma l’energia che il singolo dedica al lavoro da svolgere ed il valore che riesce a generare.

Non a caso aziende lungimiranti e di innegabile successo- come Netflix, Google, etc- non badano all’orario di lavoro. Inoltre, in tanti paesi si sta sperimentando la settimana corta ed un nuovo modo di scandire le giornate a lavoro.

In tutto questo i cambiamenti forzatamente testati nella drammatica esperienza del Covid hanno rivoluzionato il modo di lavorare di molte realtà aziendali e di liberi professionisti.

Si è capito che per lavorare meglio occorre un approccio multidisciplinare ed un’attenzione a 360° nei confronti della persona che è chiamata a svolgere attività lavorative.

Ognuno di noi deve impegnarsi ad allenare e mantenere il proprio benessere psicofisico, potenziare la concentrazione andando ad aumentare le prestazioni.

C’è un legame fortissimo tra alimentazione, sonno, riposo, allenamento e performance sul lavoro.

Di seguito alcuni spunti di riflessione per iniziare sin da subito ad apportare dei cambiamenti positivi nel nostro modo di lavorare ed approcciare in modo più sano anche il lavoro.

Esercizio fisico: introdurre nella nostra settimana lavorativa dei momenti dedicati al movimento.

La maggior parte delle persone obietterà subito: “sì, ma non ho tempo”! Non è esattamente così.

Per movimento l’ideale sarebbe naturalmente riuscire a fare sport due/tre volte a settimana, ma fa molto bene anche solo camminare trenta minuti al giorno, magari anche recandosi a lavoro o in pausa per staccare.

Va bene anche fare esercizio, yoga, pilates, piegamenti… qualsiasi cosa anche su un tappetino in casa: l’importante è imporsi un’abitudine e rispettarla per rispettare noi stessi.

Mangiare bene e spesso: di alimentazione sana non parlerò perché non sono una specialista (sebbene creda di averne testato i benefici in prima persona); mi limiterò a sottolineare lo stretto legame che c’è ad esempio tra fame ed attenzione (quando siamo affamati non ragioniamo e l’attenzione non dura niente).

Gli esperti consigliano di mangiare ogni 3 ore, iniziando a dare importanza al primo pasto della giornata- ovvero la colazione.

Mangiare ogni tre ore aiuta anche a mantenere alto il metabolismo.

Dormire bene: dovremo dormire tutti dalle 7 alle 9 ore ogni notte.

Sia per rigenerarsi e mantenere al massimo le nostre funzioni, sia perché il sonno rappresenta anche un momento di apprendimento: durante il sonno infatti elaboriamo, consolidiamo e stabilizziamo la memoria.

Prima di dormire dovremmo assolutamente evitare fonti di stimolazione (e-mail, internet, conversazioni importanti, chiarimenti delicati).

Un ottimo sistema per dormire bene è anche imparare a parcheggiare le ansie scrivendo una lista: degli impegni del giorno dopo, delle soluzioni ai problemi da risolvere o delle cose che ci preoccupano.

La lista ci aiuta in questi casi a tenere sotto controllo attività e situazioni ed anche a ridimensionare i problemi.

Alternare correttamente attività e riposo: le pause fanno parte della nostra routine lavorativa, esattamente come le ferie dell’annualità del nostro lavoro.

Servono ad essere produttivi.

Per lavorare bene si consiglia una pausa rigenerante ogni 90 minuti (all’interno della quale possiamo tranquillamente applicare i 5 minuti di pausa suggeriti dalla Tecnica del Pomodoro alla fine di 25 minuti di lavoro concentrato)

Pause rigeneranti ideali ovviamente sono una camminata, una chiacchierata con un collega, ma anche lo svolgimento di un’attività più leggera e quantomeno diversa.

L’importante è che si esaurisca nel tempo dedicatole e che non apra nuovi cerchi.

Seguire i propri ritmi ed il proprio cronotipo: di quest’ultimo ho ampiamente parlato in un precedente articolo del blog.

Esiste però anche una “ciclicità settimanale” riscontrata e condivisa dai lavoratori di varie aziende ed anche dalle consuetudini di molti liberi professionisti della quale sarebbe conveniente tener conto considerando le interazioni lavorative con clienti, fornitori, target e stakeholders in generale.

Lo studioso Moskowitz ha teorizzato che durante la settimana il nostro livello di energia varia così:

lunedì ci serve tempo per scaldarsi. È quindi il giorno migliore per attività amministrative a basso impatto (programmazione, definizione degli obiettivi).

Martedì e mercoledì: la nostra capacità di concentrazione ed impegno raggiungono le vette: buttiamoci nelle attività più difficili, risolvere problemi, scrivere relazioni, fare brainstorming.

Giovedì: l’energia comincia a calare. Possiamo organizzare riunioni.

Venerdì: livello di energia al minimo (e la testa è al fine settimana!). Giorno ideale per dedicarsi a lavori più rilassanti e creativi, programmazioni a lungo termine, public relations)

È così anche per te?  

Buon mese di aprile!


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